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L’Aquila, 1978

Dopo la maturità classica, si laurea presso l’Università La Sapienza di Roma in Sociologia – Corso di Laurea in Comunicazione e Mass Media, con una tesi sulla Beat Generation. Lo studio del fenomeno culturale della ribellione intesa come anticonformismo, o meglio non-conformismo, lo affiancherà nell’ esigenza di sviluppare la propria percezione ed elaborazione interiore a livello di arte visiva. Dopo anni di sperimentazione a tutto campo, di varie tecniche quali pittura, collage, installazione, fotografia, parola scritta che si fa immagine, attraverso una lezione Dada e Pop attualizzata e incardinata sui fenomeni sociali della contemporaneità, esordisce a Roma con la mostra personale dal titolo Rebel rebel (Saint Louis College of Music, 2008); un viaggio nell’ambito della ribellione culturale (letteraria, musicale, cinematografica) da Arthur Rimbaud alla poetica urbana di Charles Bukowski, dalla narrativa beat di Jack Kerouac e William Burroughs al cinema di Jean-Luc Godard e della Nouvelle Vague francese. Rebel come il rock vitaminico, sensuale e glamour di Mick Jagger. Rebel come il blues fumoso e rauco del satiro Tom Waits. La mostra viene ripresa ed inserita dal Maestro Mario Monicelli nel suo ultimo documentario Vicino al Colosseo c’è Monti, presentato fuori concorso alla 65esima Mostra del Cinema di Venezia. Nello stesso anno è uno dei vincitori del 53esimo Premio Termoli d’Arte Contemporanea (a cura di Valerio Dehò, Gino Marotta, Antonio Picariello).

Nel 2009, in occasione del centenario del movimento futurista, è invitato a partecipare alla mostra Dal futurismo al contemporaneo (Roma – Sant’Andrea al Quirinale, Teatro dei Dioscuri). Le sue opere vengono inserite nel dvd “sperimentale” di Patty Pravo, dal titolo Circola un video su di me. Sostiene la città dell’Aquila colpita dal sisma con una performance di video arte a Dresda per il World Heritage Day. Partecipa alla Art for L’Aquila di Londra (Istituto Italiano di Cultura) con opera battuta all’asta da Bloomsbury ed è il primo artista ad esporre nella città ferita, a sei mesi dal terremoto, con la mostra personale intitolata Kyrie Eleison (Palazzo dell’ Emiciclo della Regione).

Dopo aver esposto a Bologna, per la Art Innsbruck – Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea e in varie mostre di gruppo, nel 2012, all’interno del calendario della 718esima Perdonanza Celestiniana aquilana, presenta la mostra personale Solitudini/Loneliness, una full immersion nella solitudine umana come condizione propria dell’essere artista.

Negli anni avvenire è presente, tra le altre cose, all’interno di poli museali (Museo d’Arte Contemporanea “Vittoria Colonna” di Pescara e MUMI – Museo Michetti di Chieti) e nelle città di Firenze e Venezia dove, in concomitanza con la 55esima Biennale Internazionale d’Arte, è invitato ad esporre con artisti di tutto il mondo, nelle sontuose stanze cinquecentesche della Ca’ Zanardi sul Canal Grande.

Nel 2017 si affida al mondo virtuale per presentare l’ imponente mostra intitolata WARHOLism This is not by me, una Virtual Exhibition che espone quadri, collages, disegni, foto e polaroid, quattro sezioni per una produzione di più di 130 opere. Un progetto quasi “alieno”, come suggeriscono il brano introduttivo di David Bowie (Space Oddity) e il volto riprodotto dello stesso Bonanni (Selfies), certamente innovativo e coraggioso nella concettualità e tecnica artistica, così come nella chiave multimediale dell’esposizione che proietta il visitatore in una sorta di “spazio parallelo”.

La mostra antologica Vincenzo Bonanni 2008/2018 a Palazzo Pica Alfieri (L’Aquila, 2018) ripercorre le tappe salienti della carriera di Bonanni attraverso 250 opere esposte in tre differenti percorsi espositivi e su tre livelli. Un decennio d’arte e pittura, dalle origini con Rebel rebel e StramBò, ai successivi progetti di WARHOLism e Keep Moving-La liturgia del corpo, passando per le tappe cruciali della sua ricerca con Kyrie Eleison, Solitudini/Loneliness e Anamnesi-La pietra, la carne, lo spirito. Uno sguardo che scorre rapido sul mondo e rapidamente lo mette a fuoco in opere compiute, analitiche, mai distratte.

Osservatore attento del suo tempo, se ne fa portavoce attraverso la fusione sinestetica delle arti: opere che si osservano ascoltandone i suoni, i rumori, gli accordi, la melodia, la poesia, le parole ora sussurrate ora urlate a squarciagola.