Rebel rebel

Ribelle ribelle (Rebel rebel) cantava l’anticonformista David Bowie negli anni Settanta ed è proprio la ribellione intesa come anticonformismo a fare da protagonista tra le opere presentate da Bonanni.[…] ventitrè opere per approfondire il doppio aspetto dell’essere ribelle. Ribellione come sottocultura gestita, negli anni cinquanta, da una generazione “battuta”, figlia di Jack Kerouac, che ruota intorno a città come S. Francisco. Negli anni sessanta e settanta la concezione di ribellione cambia sostanzialmente e diventa emblema di “ribelle” e ribellione giovanile, passando da sottocultura a controcultura. E’ con quest’ultima accezione che fa il giro del mondo e coinvolge schiere di giovani che affollano le sale cinematografiche per vedere “Easy rider” (’69), esaltati da una concezione di viaggio intesa come un “going nowhere”. Bonanni con i suoi dipinti ci fa intraprendere proprio quel viaggio, ora sulle note di Jimi Hendrix, Bob Dylan, The Byrds ora tra i ciak di Truffaut o Bernardo Bertolucci ora nelle parole di Fernanda Pivano che ci dischiude al pensiero di Hemingway e dei poeti beat. Così l’artista trasforma le proprie figure “iconiche” in portavoci autorevoli dell’essere ribelle. Ribelle come credo estetico ma anche e soprattutto come credo morale. Rebel come il rock vitaminico,sensuale e glamour di Mick Jagger. Rebel come il blues fumoso e rauco del satiro Tom Waits che ci trascina tra i sobborghi metropolitani di una scomparsa New Orleans e i drug stores losangelini, impregnati del sogno americano.

Vincenzo Bonanni
Rebel rebel
a cura di Antonio Gasbarrini
coordinamento operativo a cura di Paola Ardizzola
Roma, Saint Louis College of Music
aprile/giugno 2008